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frolla di mandorle e zenzero con albicocche

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Gli ultimi giorni hanno ripreso a scorrere con il tempo tipico delle giornate scadenzate da doveri da rispettare… All’inizio si viene travolti dalla notizia e si cerca semplicemente di rimanere a galla. Quelli che sono gli impegni vengono rimandati in un secondo momento ritenendoli, di fronte alla gravità dell’accaduto, secondari. Ma poi scatta un momento preciso in cui si sente di dover riprendere in mano la propria vita e lo si fa anche ottemperando alle responsabilità assunte. Quelle giornate lunghe e infinite dove si pranza alle tre del pomeriggio e si prova a mangiare svogliatamente un boccone alle undici di sera tra un ricordo e mille parole, iniziano a diventare sempre più rare… e questo mi regala un po’ di sollievo.
Mai come ora sto apprezzando la normalità. Alzarsi alla mattina e aprire tutte le finestre per fare entrare l’aria  e la luce. Rispondere alle mail rimaste in sospeso. Il profumo del caffè e la passeggiata con Giotto in cui, incrociando altri cani, i padroni inevitabilmente chiedono: “é maschio o femmina?”
Anche una domanda così “normale”, oltre ad essere la perfetta occasione per scambiare due chiacchiere, ti aiuta a tornare alla quotidianità, a quei rituali che ognuno di noi ha e che scandiscono lo scorrere della giornata.

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Dopo lo scossone che ho vissuto, sento molto forte la necessità di tornare alla normalità. Che in realtà é una normalità apparente perché niente sarà come prima. Ma ho bisogno di sapere che posso tornare  a quella normalità fatta di piccole cose. A quella normalità che per alcuni potrebbe essere banalità ma che per me ha il sapore della vita che riprende a scorrere nelle vene. Ho la necessità di rimettermi il grembiule e di seguire quel rituale che accompagna ogni mia ricetta: accendere la musica, preparare metodicamente tutti gli ingredienti che mi serviranno suddivisi nelle loro ciotole diverse e colorate, la Moleskina sempre vicina per appuntare ogni modifica in corso di opera, qualche Snap con voi e poi, passo dopo passo, sviluppare la ricetta, cucinarla, fotografarla con l’aiuto di Lui e maledire la cucina troppo sporca che -per una testona/maniaca dell’ordine come me-  non riuscirò a non ripulire e riordinare rimandando al giorno dopo .

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Questa crostata è squisita ed é per voi tutti… ne taglio idealmente una fettina per ciascuno di voi. Vi vedo tutti attorno al mio tavolo rotondo a condividere questo momento… così come mi siete stati vicini e di conforto con i vostri messaggi e le vostre mail. L’affetto di cui siete stati capaci mi ha profondamente commossa e mi ha illuminata ancora di più sul concetto secondo cui “il virtuale può diventare reale”. Anche se non con tutti ci conosciamo personalmente, vi siete sentiti di scrivermi e mandarmi un pensiero, come se ci conoscessimo di persona…  e questo mi ha davvero toccata nel profondo del cuore.
Un’amica mi ha scritto di non perdere fiducia nella vita. No, non la perderò. La vita é troppo bella per essere vissuta, anche quando ti fa male.
Adesso é quasi l’una di mattina, sto subendo un attacco di formiche alate e non trovo il sonno, ma so che ho la scadenza del post da rispettare. Quindi rileggo, sistemo, pubblico e domani é un altro giorno.
Alla prossima ricetta!

INGREDIENTI per la frolla di mandorle con la ricetta di Giorgia Goggi

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  • 200 g di burro a temperatura ambiente
  • 175 g di zucchero a velo
  • 60 g di farina di mandorle
  • un pizzico di fleur de sel

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  • 100 g di uova (circa 2)
  • 120 g di farina 00
  • 340 g di farina 00
  • zenzero candito secondo i propri gusti

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INGREDIENTI per il ripieno

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  • 2,5 dl di panna
  • 1 uovo
  • 20 g di burro fuso
  • 40 g di zucchero
  • 40 g di farina

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  • 8-10 albicocche
  • 2 cucchiai di farina di mandorle
  • una manciata di mandorle in scaglie

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PREPARAZIONE

Iniziamo con la frolla.
Con la planetaria munita di foglia lavorare il burro (a temperatura ambiente: quindi molto morbido!) con lo zucchero a velo e le uova.
Aggiungere poi la farina di mandorle e il fleur de sel.
Legare il tutto con la prima quantità di farina. Una volta che sarà assorbita questa prima parte di farina, unire lo zenzero candito tagliato al coltello e la seconda quantità di farina. Continuare ad impastare fino ad ottenere una bella palla compatta di frolla. Avvolgerla nella pellicola alimentare e conservare in frigorifero per almeno 3-4 ore.

Passiamo ora al ripieno.
Tagliare le albicocche a metà.
Far sciogliere il burro in un pentolino.
In una ciotola sbattere l’uovo con lo zucchero. Aggiungere poi la farina, il burro fuso e la panna. Sbattere con una frusta fino ad aver eliminato tutti gli eventuali grumi. È possibile aromatizzare la crema con della vaniglia.

Stendere la frolla su un foglio di carta da forno e farla nuovamente raffreddare in frigorifero per una mezz’ora.
Trasferire poi la frolla nello stampo da crostata precedentemente imburrato. Far aderire l’impasto allo stampo e rifinire i bordi con un coltello. Far raffreddare nuovamente in frigorifero per una decina di minuti.
Coprire il fondo della frolla con un paio di cucchiai di farina di mandorle (per evitare che la frolla si bagni con l’acqua delle albicocche), distribuire le albicocche sulla frolla e completare con la crema.

Cuocere nel forno preriscaldato e termoventilato a 160°C per circa 1 ora e 10 minuti controllando la cottura con uno stuzzicadenti inserito al centro, che deve essere asciutto.
Dopo la prima mezz’ora di cottura, distribuire sulla superficie della torta una manciata di mandorle a scaglie.
Proseguire la cottura. Sfornare e far raffreddare sulla gratella

Consigli

  • con le quantità indicate per la pasta frolla, si ricavano 2 crostate usando uno stampo da 22 cm di diametro. Consiglio di fare il quantitativo indicato e di congelare metà dell’impasto. Si potrà così fare una seconda torta con la pasta frolla già pronta
  • i diversi passaggi in frigorifero sono necessari per tagliare la frolla in maniera netta e precisa
  • consiglio di usare gli stampi scanalati da crostata: sono quelli che permettono di “sfilare” la crostata lasciandola appoggiata sul fondo.
    In ogni caso usate stampi in ferro (o metallo) ma non quelli in ceramica (che non trasmettono il calore)

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